il giardino di enzo

E' grande, pieno di vita, fiori, alberi, animali, uomini, donne

un luogo vario

martedì 25 maggio 2010

inesperte furbizie


Antefatto.
Cosa succede quando nella falciatrice metti gasolio al posto della benzina?
Un nuvolaio incredibile, un puzziterio velenoso, e dopo pochi giri ti accorgi che qualcosa non va e spengi la macchina e la porti dal meccanico.
Questo a cose normali.
Ma se sei inesperto e furbetto la cosa prende una piega diversa. Puoi pensare che va bene così, che quello è il normale funzionare, in fondo è vecchia. E poi dopo, forse a danno fatto, capisci che hai sbagliato, un particolare ti è sfuggito certamente, e allora abbandoni la falciatrice parcheggiata ammodino, sperando che nessuno se ne accorga.
E io me ne sono accorto venerdì pomeriggio, tre giorni dopo il misfatto, quando finalmente il Sole è tornato ad asciugare la Terra. Dopo tre minuti di lavoro ho realizzato che la "Queen Garden" aveva problemi grossi.
E' il silenzio a furbetto del mio collaboratore che mi ha fatto incazzare tantissimo. L'ho cercato, ho chiesto di lui, e il sabato mattina, col risolino a stupido infante, si è scusato del danno, avendo anche la leggerezza di indicarmi un suo amico per la riparazione, ma ormai la sua parola per me ha perso ogni peso.
Aspettavo da tempo una collaborazione ed è subito finita, per insipienza del socio.

Prologo.
In compenso a causa del fermo falciatrice, oltre alla selva incipiente, anche i papaveri abbondano e stamani è un bel giorno per alzarsi all'alba e farsi un giro nel silenzio muto della prima luce.

Adoro vedere nascere il giorno, quando sono sereno.

mercoledì 19 maggio 2010

schitarrata


Un dopocena da solo. Ovvero: con Gina e Max, Micha è fuori, a cercare un po' di tranquilla serata di mezzaluna.
Un po' stanco e svuotato mi ballano in testa due cose per concludere la giornata. Potrei guardarmi in internet un programma di attualità, una cosa giornalistica, oppure magari guardarmi un filmino, ma c'è da montare la televisione, attaccare il video, masterizzare qualcosa da vedere e finalmente guardare.
L'occhio goloso mi cade sulla custodia della chitarra.
E' un attimo. L'ho al collo.
Parte sempre in Mi la mia chitarra, ha il blues nell'anima la mia chitarra.
E più la suoni e più si libera, e più si libera e più vola in alto, fisicamente: il manico s'impenna come un KTM di quando s'era bimbetti, e va da solo, non sai se si muove con capacità propria o se solamente è divenuta una cosa sola con il tuo avambraccio sinistro.
E' il blues che se ne impadronisce, ci gira intorno e la prende, va dove vuole il blues, puoi stare un tempo infinito su un Si settima.
Ho bisogno di suonare, qualsiasi, di sentire le corde vibrare forte.
Attacco il vecchio Nello Giovane, Don't let it bring you down, e canto a tutta voce.
A seguire Country Girl. Mi sgolo adesso, e forse la Sub-comandante è in questo momento l'unica che mi può ascoltare. La penso, spero sia lì dietro la sua finestra di camera a godersi la serenata. Lei apprezza molto, è una mia groupies.
E poi tutto è partito, la caldaia ha raggiunto la pressione massima.
Si parte, io e la chitarra, per il mondo delle note e delle loro capacità assonanti.
E' bello suonare, e la mia chitarra dà parecchia soddisfazione, la suono come fosse una Stratocaster... e spacco il Si.
Impreco.
Con avidità ho aperto la cerniera della custodia, ho tirato fuori una vecchia confezione di corde. Ci DEVE essere un Si. C'è.
Leva, gira, infila, rigira, tira, accorda.
Ci sono, riparto e rivado subito in quella dimensione dove non sei più qui: sei là, nel mondo delle note, e il corpo vibra, e anche la casa, vibra l'aria e la Luna, che stasera, ammezzata, finalmente illumina un po' della nostra vita.
Basta, sono sfinito, non ho più quasi niente, solo una grande emozione che scalda ogni arto, ogni pensiero, ogni sorriso.

domenica 9 maggio 2010

fiori 1d1






Cosa aggiungere?
Il profumo, che non si vede e che si avverte anche quando i colori delle corolle svaniscono nel buio.
Avrei tante cose da fare, ma oggi sto, guardo e annuso, e mi sento sazio.

fiori 2d3





fiori 3 di 3





gigini

Un omaggio a Gigi e Zora non poteva mancare.
Lui un amico, lei una giovane e brava mamma, al suo secondo parto.
Enzo in trasferta, tre chilometri fuori oltre il cancello del Giardino.

domenica 2 maggio 2010

Umanicoli


Andrea e Valentina non abitano più qua da mesi, fortunatamente hanno conservato l'uso del fondo artigianale, il loro laboratorio dove fabbricano, costruiscono, elaborano, almeno con Andrea continuiamo a vederci spesso.
La loro voglia di terra li ha portati poco distante da qua, vicino a Casamanna, una bella casa su due piani con la sua storia, rimodernata da poco. E un gran pezzo di terra da manutenere, coltivare, potare, cogliere.
E' un pezzo che mi gira questa storia, e che penso: se quel cretino che lascia tutto morire e inselvatichire avesse concesso a loro e ai loro amici, come da richiesta fatta tanti anni fa, l'uso della terra, probabilmente il terreno dietro sarebbe una meraviglia di piante da frutto, orto, spazi di uso vario.
Ho sentito l'esigenza di andare in quel laboratorio, fare qualche foto, ne metto una sola. Andrea è un artista veramente bravo, attento, misurato, creativo; con le zucche riesce a fare lampade molto belle, e con ciò che resta della produzione appronta una comunità di personaggi. Lui trasforma le cose che trova in opere d'arte, con i materiali più svariati dà vita ad emozioni importanti ed evocative.

Non so se ha qualcosa a che vedere con ciò che ho scritto fino a ora, questa cosa l'ho letta ieri sera e la ripropongo:

Umanicoli

Darwin ci ha detto che siamo cugini delle scimmie, non degli angeli. Poi siamo venuti a sapere che venivamo dalla foresta africana e che nessuna cicogna ci aveva portato da Parigi. E non molto tempo fa abbiamo saputo che i nostri geni sono quasi uguali ai geni dei topi.
Non sappiamo più se siamo il capolavoro di Dio o barzellette sporche del Demonio. Noi umanicoli:
gli sterminatori di tutto,
i cacciatori del prossimo,
i creatori della bomba atomica, la bomba all’idrogeno e la bomba ai neutroni, che è la più salutare di tutte perché annienta le persone ma lascia intatte le cose,
gli unici animali che inventano macchine,
gli unici che vivono al servizio delle macchine che inventano,
gli unici che divorano la loro casa,
gli unici che avvelenano l’acqua che gli dà da bere e la terra che gli dà da mangiare,
gli unici capaci di affittarsi o vendersi e di affittare o vendere i propri simili,
gli unici che uccidono per il piacere,
gli unici che torturano,
gli unici che violentano.
E anche
Gli unici che ridono,
gli unici che sognano ad occhi aperti,
coloro che trasformano in seta la bava di baco,
coloro che trasformano i rifiuti in bellezza,
coloro che scoprono colori che l’arcobaleno non conosce,
coloro che danno nuove musiche alle voci del mondo
e creano parole, perché non siano mute
la realtà e la sua memoria.

da "Specchi", Edoardo Galeano

Archivio blog